Si giocava a schioccapalle
Metropoli, 27-01-2006, Pier Francesco Listri
Potrebbe essere una delle solite stucchevoli geremiadi sul bel tempo passato e invece è un serissimo confronto che induce a conclusioni odierne, nel privato e nel collettivo, degne di civica apprensione. A suscitare questo confronto fra ieri e oggi è un piccolo e chiassosamente divertente libro (assa
i belle le tavole di Stefano Frosini) dal titolo Si giocava a schioccapalle, rivisitazione di un precedente volume, che propone una raccolta di giochi e passatempi di ieri narrati da Vittoriano Innocenti e trascritti da Tiziana Vivarelli.

All’ingrosso questo libro suscita tre motivi su cui
riflettere: il primo è della inabitabilità odierna delle strade e delle piazze; il secondo è della povertà (che non è affatto miseria) degli antichi mezzi per giocare. Terzo motivo è l’abissale distanza che separa il realismo concreto dei giochi di ieri dalla virtualità ludica di oggi.