La certezza di Dio
Sapienza, 01-06-2010, ––
Il contrasto tra il credente e l’ateo è veramente irriducibile? L’Autore ritiene di no, purché si parta dal fatto che l’esistenza e la conoscenza del mondo restano inseparabili. Il problema da risolvere allora è quello di «stabilir
e come si siano avute o si abbiano le condizioni grazie a cui ogni essere capace di pensare è potuto o potrà giungere a concepirsi esistente (e, in pari tempo, a conoscersi), come un corpo tra altri corpi, esigendo, tra l’altro, che questi siano esistenze
autonome, permanenti, indipendenti da quel suo stesso concepire. Ebbene, si deve necessariamente ammettere che, a fondamento di tutto ciò, deve essere quell’essere eterno e creatore che chiamiamo Dio». Una delle vie di S. Tommaso in veste contemporanea?