Mangi chi può, meglio, meno e piano
Alimenta, 01-06-2010, Antonio Neri
Ecco una piccola ma preziosa opera, prima sortita fuori dalle materie giuridiche coltivate dall’Autore, avvocato specialista in Diritto commerciale. Con la premessa di Federico Vecchioni, Presidente di Confagricoltura (“quella dei dogmi e delle forzature intellettuali non è la strada giusta per evolversi razionalmente”) l’Autore introduce la tesi sottesa all’impegno nella costruzione dell’opera, dettato dalla necessità di prender responsabile cognizione che Slow Food è anzitutto un’ideologia. Come tale ha trovato negli anni preoccupante accoglienza nell’opinione pubblica e da qui, per osmosi inversa, nei partiti. Chi scrive queste note recensorie, nel condividere le illuminate posizioni critiche dell’Autore, non riesce a sottrarsi, per il fascino eser
citato dall’idem sentire, alla tentazione all’autocitazione dato che, già in tempi oltremodo datati, tacciò di “falso” il mito del naturale al contempo condannando la cinica strumentazione pubblicitaria che ne faceva (e ne fa) l’industria alimentare trasformatrice. Che fa di tutto per mascherare la propria immagine come vergognandosi della sua funzione. Alle recensioni canoniche viene riservato spazio misurato in relazione alle necessità tipografiche. Non è il caso di questa che invece merita disamina ben più vasta e approfondita. Sicché sarà nostro impegno futuro, auspicando la collaborazione dell’Autore, fornire più ampia e documenta attenzione al grande tema che essa tratta partendo proprio dalla “messa a nudo” dell&rsq
uo;ideologia di Slow Food. Che sostanzialmente è indice, ne concordiamo pienamente, di “uno dei sintomi più singolari del grave e forse inarrestabile degrado della cultura, della politica e della discussione pubblica nel nostro Paese”. Concludiamo, almeno per il momento, ribadendo che il richiamo al “mito del naturale” è un plagio e chi ne ricorre sa bene di giocare sulla convinzione (portatrice talvolta di disastri endemici) che solo ciò che fu utilizzato tanto a lungo per generazioni è valido. La tradizione orale in famiglia fa il resto. L’opera si propone perciò, come promette l’Autore, come un primo contributo ad un più ampio studio di tale degrado, delle sue cause e dei suoi rimedi. Ne attendiamo il prosieguo con ansioso interesse.