Il prete degli ultimi
Informatore, 01-06-2010, ––
Un libro su don Cuba che ripercorre un pezzo di storia fiorentina
È stato il prete dei carcerati, degli umili, degli emarginati: in una parola, degli “ultimi”. La vita di don Danilo Cubattoli, scomparso nel 2006, è ricostruita nel volume Don Cuba. Scritti e testimonianze edito da Sarnus e disponibile per i Soci Coop al prezzo di 11,40 euro anziché 19,00 per tutto il mese di giugno. Scritto da Maurizio Naldini, gloriosa penna de «La Nazione», il libro racconta la storia del sacerdote fiorentino ripercorrendone le tappe cruciali in ordine cronologico. Basandosi su materiale inedito (oltre trecento fra lettere, appunti, foto e anche un diario), Naldini ricorda la formazione di “don Cuba” sotto la guida del cardinale Elia Dalla Costa, quindi il suo ordinamento al sacerdozio, avvenuto nel 1948 nel Duomo di Firenze. E nat
uralmente l’attività a fianco dei ragazzi di San Frediano e presso l’opera di San Procolo, da lui fondata insieme a Fioretta Mazzei e Ghita Vogel, così come l’assistenza ai carcerati (per oltre 50 anni è stato il cappellano delle carceri di Murate, Santa Verdiana e Sollicciano, dove ha conosciuto Pietro Pacciani) e in generale a chiunque gli chiedesse aiuto. Grande appassionato di sport, è stato lui stesso un atleta, tanto da guadagnarsi nel 1952 una pagina sulla «Domenica del Corriere» grazie alle sue imprese ciclistiche. Nel 1954 è salito fino sul Kilimangiaro per celebrare una delle messe più alte del mondo: è rimasto poi in Africa sei mesi, avendo modo di incontrare il Negus per consegnargli un messaggio di pace del sindaco di Firenze Giorgio La Pira. Il suo interesse per il cinema lo ha portato
a intrattenere rapporti intensi e fertili con molti attori e registi, tra cui Pasolini, Fellini, Zeffirelli, Olmi e Benigni.
Il libro, arricchito da numerose foto d’epoca e da un’appendice con gli scritti di don Cuba e le toccanti lettere ricevute dai carcerati, è anche il racconto di un pezzo di storia fiorentina, in particolare del fervore religioso negli anni del dopoguerra, in cui svettano figure come don Facibeni, padre Balducci, don Milani e lo stesso La Pira, da Cubattoli sempre considerato un maestro e un ispiratore. Dal volume emerge la figura di un uomo vero che, vestendo la tonaca, è andato ben al di là del “prete di strada”, un personaggio di grande spessore, anche teologico, che fino all’ultimo istante si è dedicata agli altri parlando il linguaggio degli umili e offrendo un amore incondizionato.