Energia contesa, energia condivisa
Le Carte e la Storia, 01-07-2009, Daniela Manetti
Il volume si snoda fra due eventi tutt’altro che secondari della storia del Novecento: l’invasione franco-belga del bacino della Ruhr nel 1923 e l’inziativa del ministro degli Esteri francese Robert Schuman nel 1950 per l’omonimo piano che portò alla nascita della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca), i cui partecipanti avrebbero poi firmato sette anni dopo il Trattato di Roma.
L’Autrice muove dal crescente fabbisogno energetico dei Paesi sviluppati nell’età della prima e soprattutto della seconda rivoluzione industriale che, innestandosi su antiche rivalità
; politiche e territoriali, dette origine all’interno dei confini europei a una forte competizione energetica, acuendo le preesistenti tensioni e controversie fra gli Stati. In particolare, la rivalità franco-tedesca viene esaminata dal versante francese, sottolineando come essa si manifestò all’indomani dei due conflitti mondiali in modo sorprendentemente simile, anche se gli esiti relativi al controllo strategico delle risorse carbonifere della Germania furono del tutto diversi. Attraverso un’analisi storica comparata fra gli anni 1919-23 e 1945-50 vengono ricostruite le ragioni dell’evoluzione che va dal
l’uso della forza nella Ruhr alla cooperazione sovranazionale. Per far questo la Fasanaro considera tanto la dimensione politica interna della Francia (dagli aspetti ideologici all’importanza delle élite industriali), quanto quella estera che mostra, nei due periodi postbellici, un’indiscussa centralità. Furono infatti i mutati rapporti fra Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti in seguito al trattato di Versailles, da un alto, e il rafforzamento del blocco occidentale nei primi anni della guerra fredda, dall’altro, a determinare strategie differenti per affrontare la questione della sicurezza energetica.