Il libro “Una dea bendata”
Artèpress, 18-01-2010, ––
Io, costretto su una sedia a rotelle, accusato di violenza sessuale: un’avventura giudiziaria balorda e indimenticabileFirenze - Giudici insensibili, poliziotti prevenuti e situazioni ai limiti dell’assurdo: c’è tutto questo nella vicenda giudiziaria di cui Toni Carli è lo sfortunato protagonista, e che lui stesso ha deciso di raccontare nel romanzo autobiografico Una dea bendata - Un’avventura giudiziaria balorda e indimenticabile, pubblicato da Mauro Pagliai (pp. 148, euro 10).
Toni, classe ’58, costretto su una sedia a rotelle dopo un incidente avuto quando aveva 28 anni, vive in una ex casa parrocchiale nella splendida campagna senese. Il suo giardino confina con quello di un centro di accoglienza per giovani &ldq
uo;disagiati”. È lì che conosce M. e S., rispettivamente di 14 e 16 anni, ospitate in quella struttura per tenerle lontane da una madre alcolista e un fratellastro turbolento. Le ragazze vogliono bene a Toni, passano molto tempo con lui. Fino a quel terribile luglio del 1996, quando dei poliziotti prelevano Toni dal posto dove lavora, perquisiscono la sua casa, lo portano in questura. Dicono di cercare della droga, ma presto una nuova imputazione viene rivelata in tutta la sua gravità: si tratta di violenza su minori. L’accusa è assurda, e ancor di più lo è il modo in cui Toni, colpevole semplicemente di aver trascorso una settimana al mare con S., sia finito in mezzo alla faccenda: indagini approssimative, falsa
te da scarsa professionalità, testimoni timorosi e strumentalizzati. Il racconto di Carli prosegue, parla del rinvio a giudizio, delle domande del giudice, delle tre udienze svoltesi tra il ’97 e il ’98. Un incubo, fin troppo vero, che dura due anni, fino al giorno in cui S. viene finalmente ascoltata in giudizio, facendo cadere anche gli ultimi dubbi sul coinvolgimento di Toni. “Assolto con formula piena perché il fatto non sussiste” così l’avvocato Emilio Festa ricorda la sentenza che comunque ha scagionato definitivamente il suo assistito. Adesso questa brutta storia è un libro, testimonianza di un caso di leggerezza e pregiudizio, cronaca di un orrore che avrebbe potuto coinvolgere ognuno di noi. (g.d.l.)