Cacciò Dante, fu banchiere del re. La riscoperta di un personaggio avventuroso
La Nazione, 20-09-2009, Manuela Plastina
Musciatto Franzesi, figlio di masnadieri, rivive nell’ultimo libro di Riccardo Nencini  Da figlio di un masnadiero di Figline Valdarno a banchiere del re di Francia Filippo il Bello, nonché consigliere di suo fratello Carlo di Valois. Con un pensiero fisso: strappare Firenze ai Guelfi Neri. È la sorprendente storia di Musciatto Franzesi, protagonista – finora sottovalutato – dei fatti più importanti avvenuti tra il 1301 e il 1306, dal bando di Dante e del padre di Petrarca allo schiaffo di Anagni fino alla preparazione del processo ai templari. Musciatto Franzesi rivive nelle pagine del nuovo libro di Riccardo Nencini, ‘L’imperfetto assoluto’ edito da Mauro Pagliai (dedicato alla figura di Dante), ma anche nel cuore di un suo discendente diretto, Carlo Musciatto Talei Franzesi, 67 anni tra qualche mese e una lunga storia da raccontare. «Nella mia famiglia la figura di Musciatto è sempre stata viva – spiega -. Ci siamo tramandati il suo nome: anche il mio bisnonno si chiamava Musciatto come me. Nei primi dell’800 Caterina Franzesi ha sposato Bernardino Talei, mio trisavolo. Da allora abbiamo acquisito anche il doppio cognome». Già amministratore delegato per l’Europa per la divisione cargo della Federal Express e direttore di una compagnia aerea americana con la quale creò il primo collegamento diretto per il trasporto merci tra Pisa e New York, Carlo Musciatto Talei Franzesi da pochi anni ha cedut
o la sua società di rappresentanza nel settore aereo delle merci ed è presidente della federazione internazionale dei professionisti della sua categoria con sede a Ginevra. Vive tra Milano e San Gimignano. In terra senese è nato e ha una casa in cui conserva una stampa con un grande ritratto del suo antenato, una delle poche immagini rimaste. Le altre due, spiega, sono una dipinta nella volta della galleria degli Uffizi fra gli ambasciatori e l’altra nel dipinto del salone dei ‘500 di Palazzo Vecchio relativo all’ambasciata fiorentina a papa Bonifacio VIII per la sua assunzione al soglio.  «Di Musciatto – racconta il discendente – hanno parlato Dante, Boccaccio nella prima novella del Decamerone, ma anche Giovanni Villani, Dino Compagni, Machiavelli e altri. I miei antenati risiedettero a Firenze, San Gimignano, Siena, Figline e il loro dominio comprendeva 17 castelli».Secondo Orlando Malevolti nelle sue “Istorie di Siena” la famiglia Franzesi arrivò in Italia con Guido, barone di Carlo Magno, storia al limite della leggenda che però dà la motivazione all’etimologia di ‘Franzesi’, com’erano chiamati i francesi nel medioevo. “Da Staggia – spiega ancora Carlo Musciatto – dominavano tutta l’alta valle dell’Elsa, spingendosi sino al Valdarno superiore e Figline, possedendo tra l’altro i castelli di Monte Dominici e di Pian Francese. Un patrimonio che pot
rebbe decisamente confermare l’ipotesi formulata da Riccardo Nencini del disegno di Musciatto di controllare Firenze. Di fatto possedeva castelli tutt’intorno alla città del fiore”.  La famiglia Franzesi si trova nelle liste di proscrizione di Giano della Bella del 1292 e viene descritta fra i magnati e potenti del Sestriere di San Pier Scheraggio in Firenze. «Di Musciatto e del suo possibile rapporto con Dante e con la città di Firenze ha detto moltissimo Riccardo Nencini nel suo libro – prosegue Talei Franzesi -. Ma pochi sanno che tra gli onori, titoli e appannaggi ottenuti da Filippo il Bello, Musciatto ricevette dal re anche un pezzetto della sacra croce, donato in origine da Costantino a Carlo Magno, nel momento in cui fu armato cavaliere col dono dello stendardo e del cimiero. La scheggia della croce posta in un reliquiario si trova oggi a Figline nella chiesa di San Francesco». Sul retro un’iscrizione latina: “Partem crucis quam Carolus Magnus a Costantino mox a Philippo Musciattus Franzesius dono suscepit...”. Dalle ricostruzioni storiche pare che vi fosse Musciatto dietro il disegno di Filippo il Bello di distruggere l’ordine dei Cavalieri Templari per impadronirsi delle enormi ricchezze accumulate dai cavalieri. Anche i discendenti di Musciatto hanno fatto la storia: una pronipote, Caterina Franzesi sposa del marchese Bonifacio Lupi di Soragna, fu fondatrice dell’Ospedale di Bonifazio in via San Gallo a Firenze.