Luigi Dallapiccola a Palazzo Pitti. Una biografia di immagini e documenti.
L’Unità, 04-11-2005, Edoardo Semmola
La suggestione della musica nel silenzio di un’immagine. Anche questo è Luigi Dallapiccola, figura centrale della musica novecentesca, che dall’Istria trovò nuova patria a Firenze dove morì 30 anni fa. Ed è questa suggestione che la mostra Ricercare, da oggi e fino al 21 dicembre alla galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, ha ricreato in un percorso di 250 tra fotografie, pitture e documenti che testimoniano l’opera dallpiccoliana lungo tutto il secolo. Un p
ercorso che arriva alla musica da vie traverse, come la parola o l’immagine: la parola "libera" per esempio, da lui definita "divina", e composta in note nei Canti di prigionia. E ora catturata in una fotografia: quella del compositore imprigionato in un aposa triste, braccia conserti, bocca socchiusa, che guarda la luce dal buio di una cella. A frapporsi fra lui e quella parola ci sono le sbarre della prigione. È una foto del 1940, anni di guerra e fascismo, anni duri
per la famiglia Dallapiccola per le persecuzioni razziali subite dalla moglie Laura Coen Luzzato. Gli anni, appunto, dei Canti di prigionia. E questo è solo un esempio del potere di fascinazione di una "biografia di mostra" come questa. Mostra che raccoglie i molti documenti del Fondo Dallapiccola del Gabinetto Viesseux, le partiture con dedica provenienti dalla biblioteca musicale del compositore, i bozzetti del Teatro del Maggio e dell’associazione Fernando Farulli.