I «nostri» carabinieri. Un mito lungo 150 anni.
La Nazione, 23-10-2005, Cosimo Ceccuti
Esce nelle prossime settimane il libro di Cosimo Ceccuti ‘Carabinieri in Toscana 1859-2004’, edito da Pagliai Polistampa. Il libro, di circa 300 pagine in formato grande e ampiamente illustrato, è stato realizzato in collaborazione con il Comando della Regione Carabinieri Toscana e con il contributo della Cassa di Risparmio di Firenze, ed offre un quadro d’insieme sul costante impegno dell’Arma nella regione e nelle varie missioni in Italia e nel mondo. Il volume si articola nelle seguenti sezioni: «L’organizzazione sul territorio», «Il Personale», «L’attività istituzionale», «Le caserme», «I Carabinieri e la società civile», «I Carabinieri negli scrittori e negli artisti toscani». Eccone una anticipazione.

La ‘Legione dei Carabinieri Toscana’ fu formalmente costituita a Firenze il 24 luglio 1859, grazie all’opera del Maggiore Filippo Ollandini, inviato da Torino col preciso scopo di attivare il Comando Territoriale dell’Arma in luogo dell’antico corpo della ‘Gendarmeria’ granducale. Obiettivo prioritario: assicurare l’ordine pubblico dopo la rivoluzione pacifica del 27 aprile e l’auspicata annessione al Regno di Sardegna. L’organico iniziale era costituito da 80 ufficiali agli ordini di un Colonnello e 2005 uomini fra sottoufficiali e truppa, di cui 344 a cavallo: il primitivo nucleo della ‘Reg
ione Carabinieri Toscana’. Il 16 giugno 1860 nasceva a Firenze la prima Divisione dei Reali Carabinieri, seguita nella regione da quelle di Livorno e Siena, cui facevano capo le rispettive Compagnie e Stazioni disseminate dul territorio. Un anno più tardi il Corpo dei Carabinieri divenne Arma, prima fra tutte quelle dell’Esercito, e vide infoltire i propri ranghi. Insieme a Governo e parlamento, fra 1856 e 1871, si trasferì in Firenze capitale d’Italia anche il Comando Genarale dell’Arma, che si chiamava ‘Comitato’. Nel 1866 il reparto dei Carabinieri a cavallo si distinse in prima linea nella guerra contro l’Austria, risolta con l’annessione del Veneto. Nel 1868 furono assegnati a Firenze 80 Carabinieri a cavallo di cui 40 forniti dalla locale legione, 20 da quella di Milano e 20 da quella di Bologna, per agire come scorta d’onore al corteo reale in occasione delle nozze di Margherita di Savoia col Principe Umberto. I Carabinieri, scelti per le loro particolari qualità morali e disciplinari oltre che per la prestanza fisica, indossavano suggestive corazze ed elmi. ‘Si è dato ordine che gli uomini siano scelti fra quelli più adatti per statura e corporatura e che abbiano cavalli col pelo di colore unito esclusi quelli di colore chiaro’, si legge nel Comando Generale.
Dopo le nozze, celebrate il 2 marzo 1868, lo squadrone
non fu sciolto, ma destinato alla scorta del Sovrano e successivamente a quella del Presidente della Repubblica. Nascevano, così i Corrazieri...
Il periodo post–unitario fu particolarmente impegnativo per i Carabinieri: la posizione strategica della Toscana, ai confini con lo Stato della Chiesa e verso il Regno delle Due Sicilie, imponeva una vigilanza attenta specialmente nei confronti dei militanti più scalmanati del partito di azione.
Da Firenze si fronteggia poi il grave problema del brigantaggio, da cui cui non andarono esenti neppure i territori toscani; si ordinò nel 1867 l’arresto di Garibaldi a Sinalunga, senza riuscire tuttavia ad evitare il successivo, sfortunato scontro del Generale con i francesi di Mentana. Da Firenze partì il reparto dei Carabinieri che entrò in Roma il 20 settembre 1870.
A proposito del delicato compito del mantenimento dell’ordine pubblico nella nuova e difinitiva Capitale è da ricordare che solo il 1 gennaio 1874 fu istituita la Legione Carabinieri di Roma: fino ad allora nella città del Papa operava una divisione diretta emanazione della Legione Territoriale di Firenze. La città che – secondo le parole di Bettino Ricasoli – accettò di essere capitale con la stessa voglia con cui si beve una ‘tazza di veleno’ aveva svolto fino in fondo, anche attraverso l’Arma, il proprio compito.