Amarcord di salotti letterari con gli Ojetti e i conti Primoli
Roma, 27-10-2005, Silvia Castello
È stato presentato a Palazzo Primoli il libro di Sofia Crifò “Raffaello Ojetti architetto nei primi cinquant’anni di Roma Capitale”: un grande lavoro di scavo filologico con uno sguardo alla stampa fin de siècle, edito da Polistampa.

Raffaello Ojetti (1845-1924) è stato “attivissimo in seno alla vita culturale di Roma anche come ideatore e direttore di riviste, mostre, e protagonista assieme a Baldassarre Odescalchi – per il quale realizzerà la costruzione del palazzo su via del Corso- della creazione del Museo Artistico Industriale” spiega l’autrice, introducendo la preziosa mostra-corollario al suo volume, “Primoli e gli Ojetti. Il conte, l’architetto, il letterato” allestita alla Fondazione Primoli fino al 27 ottobre.

E’ un’autentica riscoperta messa in luce da un suggestivo pro memoria visivo. Un’
occasione per conoscere il personaggio e in particolare ripercorrere la trasformazione del Palazzo in via Zanardelli che Ojetti realizzò (1904-11) per Giuseppe Primoli. Si tratta di un racconto per immagini della storia di questo angolo di città, documentato da ritratti di famiglia, acquerelli, fotografie, disegni di progetto ritrovati nell’Archivio Storico Capitolino ed esposti per la prima volta, e materiale della Biblioteca legato alle personalità di spicco del famoso salotto mondano-letterario, creato dal conte Primoli quale punto di riferimento culturale della Roma bizantina e belle époque . Sezione quest’ultima, curata personalmente dal professor Massimo Colesanti, presidente della Fondazione Primoli. Scorrono così, oltre cento lettere dello scrittore e giornalista Ugo Ojetti al conte (1894-1908), introdotto giovanissimo dallo zio ancor p
rima del padre Raffaello. “Ho conosciuto domenica scorsa, a Roma, al ricevimento di casa Odescalchi, Castelar. E’ un attore vero: pensi che è spagnuolo e oratore. Lo conosce?(…) Ha parlato con Finali del Senato, con Antonelli di politica africana (ne hanno dette di belle!), con Pascarella di dialetto romanesco, con Bernabei di arte etrusca, con mio padre (che lo ha preso sul serio e se lo spupazza per Roma) di architettura medievale, con me di letteratura italiana, con Pandolfi (mi par giusto metterlo in fondo) dell’arbitrato per la Pace!(…)”. S’incontrano tutti i nomi degli assidui frequentatori di casa Primoli, “che spesso sono l’oggetto di articoli, interviste, note e corrispondenze che il brillante autore pubblicherà, dal 1898, sul Corriere della Sera, cui rimarrà fedele per quasi tutta la sua vita” spiega Massimo Colesanti.