Imbandite tavole del ’300
Il Domenicale, 05-09-2009, Gianluca Montinaro
In occasione della riapertura al pubblico, a Firenze, di Palazzo Davanzati, raro esempio in Italia di tipica dimora medievale, la direttrice, Rossana Proto Pisani, ha dato alle stampe un agile volumetto sulla civiltà della cucina nel secolo XIV: Invito alla mensa del mercante del Trecento (Polistampa, Firenze, pp. 50, € 6). Grazie alla riproduzione di alcune opere d’arte di Lorenzetti , Buoninsegna e Cennini, alla descrizione illustrata degli arnesi e alla trascrizione di originali, di ricette manoscritte si ha un’idea completa di ciò che avveni
va prima nelle cucine, poi sulle tavole. Si apprende che la mensa del borghese si basava su cacciagione, legumi e prodotti dei suoi poderi. Non esisteva una vera e propria sala da pranzo, ma le tavole ( di solito semplici cavalletti con sopra un piano ) si stendevano – a seconda delle stagioni – all’aperto o in stanze piccole munite di ampi camini,. I commensali sedevano su panche e prendevano il cibo da un vassoio al centro. Le stoviglie si limitavano a ciotole, coltelli e cucchiai: le forchette apparirono assai più tardi. Le miniature riprodotte son
o tratte da un Tacuinum sanitatis conservato alla Biblioteca Nazionale di Vienna. Forse commissionato alla fine del secolo XIV in area lombarda, il manoscritto contiene norme per la buona salute del corpo e l’ equilibrio psichico dell’uomo, “sanità” che si riteneva dipendesse non solo da norme alimentari e da regole igieniche ma anche da corrispondenze armoniche fra i quattro elementi – aria, acqua, fuoco e terra, ognuno con la propria qualità – e gli umori, le età, i temperamenti umani, le stagioni e i punti cardinali.