“L’imperfetto Assoluto”. La parabola di Musciatto Franzesi Nel nuovo libro di Nencini
Aise, 01-07-2009, ––
FIRENZE aise - Da figlio di un masnadiero di Figline Valdarno a banchiere del re di Francia Filippo il Bello, nonché consigliere di suo fratello Carlo di Valois. Con un pensiero fisso: strappare Firenze ai Guelfi neri. È la sorprendente parabola di Musciatto Franzesi, personaggio celebrato da Boccaccio e che oggi risorge nelle pagine del nuovo libro di Riccardo Nencini “L’imperfetto assoluto”, edito da Mauro Pagliai (pp.448, euro 19). L’opera sarà presentata al pubblico la sera del 6 luglio a Firenze, in piazza della Repubblica, con la partecipazione dello storico Franco Cardini che ha firmato la prefazione, del poeta Federico Berlincioni, autore dei sonetti che ne arricchiscono la trama, dell’editore Mauro Pagliai e del sindaco Matteo Renzi.Dopo il successo del lavoro dedicato a Oriana Fallaci “Morirò in piedi”, con oltre centomila copie vendute, Nencini dispiega in un romanzo storico gli eventi decisivi che legarono il destino della Firenz
e del Trecento a quello europeo, in una prospettiva di politica ed economia globali. Al centro la figura di Musciatto, riemersa da documenti d’archivio trecenteschi conservati a Parigi. “Lui è presente in tutti i fatti più importanti che avvengono tra il 1301 e il 1306”, spiega Nencini, “dal bando di Dante e del padre di Petrarca allo schiaffo di Anagni fino alla preparazione del processo ai Templari. All’epoca il fiorino era l’euro di oggi, perché Firenze era la patria del capitalismo finanziario, una città verticale grazie alle sue torri, come Wall Street, una specie di Dubai immersa nei cantieri delle grandi opere, la fucina culturale che getta i semi della fortuna medicea e del Rinascimento. Ma con una caratteristica particolare purtroppo irripetibile”, aggiunge l’autore, “ossia che i mercanti facevano attenzione al loro portafoglio ma anche alla città, potendo vantare uno spiccato senso civico”. Nencini, preside
nte del Consiglio Regionale della Toscana, è nelle parole di Cardini innanzitutto l’uomo di cultura che ha restituito il volto inedito di Dante in esilio. “Non è soltanto l’Altissimo Poeta”, dice il medievista, “è un uomo di carne ed ossa, un esule, un vinto, un piegato ma non spezzato dalla sorte, uno che ha amato, è stato tradito e forse ha tradito a sua volta, è stato minacciato di mille morti e forse ha anche ucciso, uno che ha sbagliato e si è pentito, è caduto e si è rialzato. Un Imperfetto Assoluto. Siamo tutti degli Imperfetti Assoluti”.
Il poeta Berlincioni, classe ‘87, ha contribuito al libro con degli inediti: “È stata un’esperienza molto ambiziosa e significativa. Questa è la mia terza raccolta di poesie, ma mai mi era capitato di inserirmi nella prosa di un romanzo e ancor meno di mettermi alla prova con sonetti che dovevano evocare lo Stilnovo di Dante”. (aise)