Libri: la Firenze di Dante in chiaroscuro in nuovo volume Nencini
Asca, 29-06-2009, ––
ASCA) - Firenze, 29 giu - Una Firenze inedita e in chiaroscuro, ben lontana dagli affreschi di maniera apparsi finora nella letteratura più o meno popolare, è quella che offre ai lettori Riccardo Nencini, presidente del Consiglio regionale della Toscana, nel suo ultimo libro ‘L’Imperfetto assoluto’ (Mauro Pagliai Editore), che sarà disponibile in libreria a partire dal 1° luglio prossimo.
È la Firenze dura, sgradevole del periodo che va dal 1301 al 1306, coperta dalle macerie dei cantieri dei grandi monumenti che la renderanno celebre nei secoli, percorsa da guerre civili spietate e distruttive, maleodorante e rumorosa, ma in quegli anni si prepara il suo destino: “Era una delle cinque più grandi città della Cristianità, la metà di Pa
rigi, ma quattro volte Londra – ha spiegato l’autore oggi alla stampa – cuore della libertà che pulsa, la città dei diritti”.
I protagonisti del romanzo storico, frutto di una ricostruzione minuziosa, perfettamente aderente ai risultati delle ricerche storiche e soprattutto archeologiche, sono Musciatto Franzesi, banchiere del re di Francia Filippo il Bello, abile e senza scrupoli, personaggio di una novella del Boccaccio, e Dante, colto nel periodo peggiore della sua esistenza quando aveva perso tutto (la casa, la famiglia, il ruolo sociale importante) ma non era ancora diventato il sommo poeta della Commedia: “Dante non è soltanto l’Altissimo Poeta – ha detto Franco Cardini, che ha scritto la prefazione del volume – è un
uomo in carne e ossa, un esule, un vinto, un piegato ma non spezzato dalla sorte, minacciato di mille morti, che ha sbagliato e si è pentito, che è caduto e si è rialzato”. È lui dunque ‘l’imperfetto assoluto’ del titolo del romanzo, come lo è Musciatto e lo siamo tutti noi: “L’umanità rappresentata nella sua grandezza dal Dante di quegli anni è l’imperfetto assoluto – ha spiegato ancora l’autore –. In quel momento il poeta è un uomo che soffre e che ha paura, costretto a guardarsi dagli amici e a trovare un modo per sopravvivere alla disgrazia che gli è caduta addosso. Il bene e il male tendono a convivere in luoghi molto vicini”.

afe/gc/lv (Asca)