Andreotti, Bonolis, Hack, Lippi, Maraini, Pavarotti si raccontano a Rossella Martina
Artèpress, 19-03-2009, ––
Firenze - Raccontano la propria infanzia alcuni tra i più grandi italiani della nostra epoca, Numeri Uno nei diversi campi di attività: letteratura, musica, spettacolo, sport, scienza, giornalismo. E grazie alla sensibile partecipazione dell’autrice ci accorgiamo, alla fine di ogni intervista, di essere entrati in sintonia, in una perfetta amicizia letteraria con personaggi famosi che, con le loro storie e le loro carriere, sarebbero altrimenti inavvicinabili. “È proprio questo – come scrive Giancarlo Mazzuca nella prefazione – il filo comune che lega i protagonisti della galleria di ritratti, che sentiamo alla fine di conoscere intimamente, come cari compagni di scuola di un’inf
anzia mai dimenticata”.“La mia amica preferita si chiamava Tina. A dire la verità quando eravamo bambine io la facevo impazzire: lei aveva una treccia lunghissima, le arrivava sotto il ginocchio. Io stavo nel banco dietro a lei e con questa treccia la tormentavo: la tiravo, la inzuppavo nel calamaio. lei piangeva, sua madre venne a lamentarsi dalla mia per questo comportamento. oggi mi avrebbero accusato di bullismo”. È con queste parole che Margherita Hack, intervistata da Rossella Martina, ricorda i primi anni della sua vita. Ma tante altre sono le personalità celebri cui la scrittrice giornalista ha chiesto di confidare la propria infanzia, ricavando compiuti ritratti di bambini che non c
i saremmo mai aspettati divenire poi Luciano Pavarotti, Giulio Andreotti, Pupi Avati, Pippo Baudo, Paolo Bonolis, Giuliano Bugialli, Manlio Cancogni, Marcello Lippi, Dacia Maraini, Iginio Straffi, Ersilio Tonini, Sergio Zavoli. Oggi questi “segreti d’infanzia” sono raccolti nel libro C’era una volta un bambino (Mauro Pagliai/Passaparola 6, pp. 136, euro 9). Le difficoltà superate, gli antichi affetti, i ricordi dolci o dolorosi, le strane coincidenze sono registrate con partecipazione da Rossella Martina, capace di restituire atmosfere e profumi del passato. Tanto che alla fine di ogni intervista pare di conoscere intimamente i personaggi, come cari compagni di una fanciullezza mai dimenticata.