Nicolò papa non fece da solo
Il Domenicale, 09-05-2009, Gianluca Montinaro
Stefano Borsi in questo suo Nicolò V e Roma presenta quattro saggi dedicati al celebre piano urbano elaborato da papa Nicolò V Parentucelli (1447-1455) per la Città eterna. Niccolò V è noto per aver introdotto a Roma il nuovo spirito del Rinascimento. Il suo progetto era quello di abbellire la città con nuovi monumenti degni della capitale del mondo cristiano. Il suo amico Enea Silvio Piccolomini (futuro papa Pio II) disse di lui: «Ciò che non sa è al di fuori del campo della conoscenza umana». L
a vera quastione storiografica e artistica è tuttavia indissolubilmente legata al ruolo “ispiratore” che di tale piano avrebbe avuto Leon Battista Alberti. Borsi indaga l’atteggiamento avuto da Alberti durante il breve pontificato di Nicolò V, nonché la ricaduta degli umori dei temi di quel pontificato sulla sua opera. Attraverso questa indagine si leggono con occhi nuovi opere fondamentali dell’umanista – come i pure frequentatissimi De re aedificatoria, Momus e Porcaria coniuratio – e si valutano con magg
io precisione il rapporto tra l’opera albertiana (comprese le riflessioni e le sperimentazioni archittetoniche) e le esperienze e iprogrammi di papa Nicolò V. Secondo l’autore sono da rintracciare in Leon Battista Alberti e in Beato Angelico i principali interpreti dei desideri del pontefice. La proposta di Borsi corregge definitivamente le distorsioni tramandateci dalla prospettiva apologetica del biografo papale Giannozzo Manetti, il quale fa risalire al solo Nicolò V la paternità dell’ambizioso progetto di una nuova Roma.