La violenza in seminario
Il Tirreno, 21-03-2009, David Fiesoli
Ciuffino, Kocis, Pugliese, Brodosodo, Guido. Le preghierine imparate a memoria, le cantilene, i soprannomi e i giochi. In poche parole la vita di un gruppo di ragazzi all’interno di un seminario pratese nell’Italia del dopoguerra. E’ l’esordio nella narrativa dello sceneggiatore e regista cinematografico Gabriele Cecconi. Guido a soli 10 anni sogna di diventare un sacerdote, smettere i calzoni corti e vestir
e con l’uniforme prevista dal seminario di cui è entrato a far parte. Accolto con simpatia e spirito di cameratismo dai compagni e dai coetanei, spera che quella diventi la sua nuova casa e il primo passo verso la vita religiosa che si è scelto.  Invece imparerà che il seminario è un luogo di regole e di sacrifici: la disciplina e la rigidità delle regole drammatizzano la condizione fanciull
esca del protagonista. Percosse, maltrattamenti, umiliazioni lo spingono a mettere in discussione la fede e ad avviare una ricerca personale e più intima del Dio del catechismo. Il romanzo di Cecconi narra vicende solo in parte immaginarie: lo sfondo storico della fine degli anni ’50 è ricostruito con totale fedeltà, con precisi riferimenti allo scandalo dei concubini a Prato e a Don Lorenzo Milani.