C’era una volta una giornalista-scrittrice
La Nazione, 05-05-2009, Titti Giuliani Foti
Luciano Pavarotti, Giulio Andreotti, Pupi Avati, Pippo Baudo, Paolo Bonolis, Giuliano Bugialli, Manlio Cancogni, Margherita Hack, Marcello Lippi, Dacia Maraini, Iginio Straffi, Ersilio Tonini, Sergio Zavoli sono questi i nomi dei personaggi che raccontano la loro infanzia e, grazie a un libro, si trasformano in semplici persone da ammirare.L’idea l’ha avuta la scrittrice-giornalista Rossella Martina che di libri se ne intende eccome. E presenterà la sua ultima fatica, C’era una volta un bambino, Mauro Pagliai editore, domani, mercoledì ore 17,30 nella sala di rappresentanza del comune di Viareggio. Con lei Marcello Lippi e Manlio Cancogni moderati dal collega Enrico Salvadori.E ancora, venerdì 8 maggio all’auditorium Attilio Monti de «La Nazione», a Firenze, sarà con il senatore Sergio Zavoli, l’onorevole Giancarlo Mazzucca, lo scrittore Vincenzo Pardini e il direttore de «La Nazione», Giuseppe Mascambruno. Nel libro sono raccolti episodi e momenti indimenticabili che hanno segnato questa cerchia di protagonisti della storia italiana e che fanno parte del loro – e in un certo senso del nostro – bagaglio culturale e caratteriale. Rossella, come &eg
rave; nata la necessità di arrivare fino all’infanzia?
“Pensando di scegliere un argomento per una serie di interviste a personaggi, e riflettendo su quale poteva essere un argomento di cui si parla sempre poco. Se ci pensi bene, soprattutto con I personaggi famosi, si parla sempre di gossip, e cose attuali. Ma di quello che è passato mai o quasi.” Da questo cosa hai ricavato?
“Che la vita di tutti, nessuno escluso, è in gran parte basata sulle nostre esperienze che ci si porta dietro dall’infanzia. In questo libro, quasi involontariamente, metto insieme pezzi di storia dell’Italia in periodi diversi. Mi ha colpito molto il cardinale Tonini che ricorda la prima Guerra e le situazioni familiari. Man mano che facevo queste interviste mi sono resa conto che l’infanzia è qualcosa di completamente diverso da ciascuno di noi”. Una sorta di Recherche, per citare Proust?
“In qualche modo, sì. Anche perché non esiste un’infanzia uguale all’altra. La cosa più bella è anche il fatto che uno si realizzi e diventi un grande nel suo campo. E questo a prescindere che abbia avuto un’infanzia felice o agitata: seco
ndo me la dice lunga sulla vita, sulle sue casualità”. Per esempio?
“Tante volte è vero il contrario, da queste interviste ho notato per esempio che la povertà non incide sulla felicità, come è accaduto a Luciano Pavarotti”. Rossella, qual è stato il personaggio che ti ha più colpito?
“Ognuno per il suo verso sono tutti molto interessanti: ho trovato un’infanzia perfetta per il personaggio quella di Marcello Lippi. È il ragazzino che puoi avere conosciuto nei libri di Mark Twain, un ragazzino che giocava e andava al mare rincorrendo avventure. Molto bella è anche un’infanzia come quella di Margherita Hack che ha vissuto in un ambiente dove I suoi genitori erano adepti della teosofia. E rispetto al tempo che vivevano non era certo una cosa da poco avere un’educazione libera che faceva di lei una specie di maschiaccia”. Molte interviste sono state pubblicate dal «Quotidiano Nazionale», quali non erano mai uscite?
“Né quella a Pippo Baudo né a Giuliano Bugialli, che ha la più famosa scuola di cucina italiana degli Stati Uniti, a New York”. Adesso giustizia è fatta.