Beatrice
Mangialibri, 21-02-2009, Roberta Capanni
Beatrice respira per la prima volta l’aria frizzante delle sue montagne nel febbraio 1803. Lo racconta lei stessa a Renato Fucini nel suo ultimo giorno di vita. Beatrice, la pastora-poetessa di Pian degli Ontani ricorda la sua vita semplice, le veglie intorno al fuoco, i canti, l’ammirazione per i poeti improvvisati che si sfidavano sorseggiando vino rosso rubino. E’ analfabeta
Beatrice, ma da quando, a vent’anni, dona agli invitati matrimonio i suoi versi improvvisati non lascia più la sua arte. Conquista i salotti della Firenze capitale, mentre a lei inneggia Niccolò Tommaseo su La Nuova Antologia. Lavora duro Beatrice, e come tutte le genti di montagna, sa che niente viene regalato dalla vita. Ma ha la poesia dentro, e se ne stupisce lei stessa.
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Paolo Ciampi, giornalista e scrittore fiorentino, ama frugare nelle vite dimenticate e riscoprire mondi difficili che sembrano tanto lontani da noi e invece sono vicinissimi. Il linguaggio semplice usa “la Beatrice” per raccontare ha una musicalità dimenticata e non priva di poesia. Ideale per una full immersion nella dura vita montana dell’ottocento toscano.