E La Pira «bacchettò» don Sturzo; troppo liberale in economia
Avvenire, 13-02-2009, ––
La Pira «contro» don Sturzo
«Come vede il problema è di fondo, il dissenso fra di noi è radicale: non concerne le volontà, concerne gli intelletti nostri che sono orientati (in ordine alla vita sociale) in modo opposto: lei è un liberale, io no! Da qui le drammatiche divisioni sul terreno politico e, perciò, giuridico, economico etc.». Culmina così, in una lunga e anche aspra lettera del 3 marzo 1959, rimasta fino a oggi inedita, la lunga diatriba tra due delle figure più note del cattolicesimo democratico italiano del Novecento: Giorgio La Pira e don Luigi Sturzo. Il documento è ora pubblicato nel saggio della ricercatrice fiorentina Letizia Pagliai «Per il bene comune. Poteri pubblici ed economia nel pensiero di Giorgio La Pira» (p
p. 264, euro 16), pubblicato da Polistampa e Fondazione La Pira. Il motivo del contendere era il nuovo governo monocolore dc, sostenuto dal fondatore del Partito Popolare e durante criticato invece dal sindaco di Firenze soprattutto la sua politica economica poco attenta ai bisogni dei poveri: «Potrei scrivere un intiero libro su questo drammatico dissenso – accusa ancora La Pira –: esso, purtroppo, ha portato i cattolici alla triste situazione politica odierna: nell’aula ’sorda e grigia’ di Montecitorio, è ancora presente Mussolini: circa quaranta anni dopo (e dopo quali eventi). Ecco, caro Don Sturzo, il perchè del nostro immenso dolore per quanto è avvenuto in questi giorni e che Lei ha avallato: lei che pure sofferse del fascismo: ma che, tuttavia, per la sua posizione
mentale ’liberale e rinunciataria’, collaborò (senza volerlo) alla nascita del fascismo nel 1922, si fece in certo modo, propugnatore del fascismo nel 1953, avalla il nuovo fascismo nel 1959». Il volume è basato su una lunga ricerca e presenta 38 tra lettere inedite e articoli, in cui lo statista fiorentino (all’epoca molto vicino a un interventismo «keynesiano» dello Stato in economia) confronta le sue idee con quelle di varie personalità politiche. Nel 1953 La Pira era arrivato persino a sollecitare l’iniziativa del Pci e di Togliatti in difesa «dei disoccupati, dei sottoccupati, dei miseri che ormai da molti anni gettano tanta dolorosa ombra sul volto del nostro Paese: un volto che, per via di queste ombre dolorose, cristiano certamente non è».