Tra idealismi e cruda realtà esce il romanzo no global di Simona Laing
Pratoblog, 17-02-2009, ––
Firenze, 17 febbraio 2009 - Il G8, il movimento no global, le manifestazioni in piazza, la polizia, la stampa. C’è tutto questo nel romanzo di Simona Laing Burla, ciao. Una storia no-global (pp. 64, euro 7), in uscita a marzo per Mauro Pagliai Editore nella nuova serie «Libro verità». Ma prima ancora della politica e dei cortei ci sono loro, i giovani, gli studenti, e con essi i sogni, le aspirazioni, gli ideali di una generazione.
Giulio ha 22 anni ed è un punto di riferimento per i compagni dell’università e per gli amici. È coraggioso, ha grinta, tende a farsi beffa di tutto e di tutti: per questo lo chiamano "il Burla". In molti lo imitano e sono pronti a seguirlo, anche nei suoi slanci di rivolta contro le istituzioni e il potere costituito. Il suo idealismo è d’ispirazione per decine di coetanei che sognano di ribellarsi, di cambiare le cose, che credono che un altro mondo sia possibile.
"È il nostro momento, nella storia sono sempre stati gli studenti che hanno dato inizio alle grandi rivoluzioni", è quasi uno slogan che il Burla am
a ripetere: "adesso sta a noi cambiare la storia di quest’Italia". È un ribelle, il Burla, costantemente in lotta contro qualcuno: il preside della facoltà, i poliziotti che lo tengono d’occhio, i "fascisti" o, ancora peggio, gli "apatici", quelli che non si schierano, non difendono i propri ideali.
A Firenze, la sua città, sta per avvenire un fatto epocale: ci sarà il G8, il vertice dei potenti, il simbolo dell’ingiustizia, di tutto quello che nel mondo non va. L’atmosfera si fa sempre più pesante, le forze dell’ordine si mobilitano, si rievocano parole di triste memoria come "zona rossa", quando il ricordo dei fatti di Genova è ancora vivo e la rabbia non si è placata. È proprio in memoria di quei giorni tragici che il Burla decide di scendere in piazza a manifestare e urlare il suo sdegno. 
Sono con lui gli amici storici, il collettivo dell’università, tanti fiorentini e ragazzi venuti da fuori città per marciare contro l’ingiustizia e l’oppressione: sarà un evento memorabi
le, di quelli che lasciano il segno. I giorni passano veloci prima di quel 15 giugno, in cui tutti i riflettori saranno puntati su Firenze. E quando la grande data arriva, le strade della città sono piene, le voci assordanti, ci sono i telegiornali in collegamento.
C’è anche la polizia, e con lei le tristi immagini del passato, anche troppo vivide, come in un dejavù: gli elicotteri, le camionette, i manganelli, gli scudi. Quando la situazione precipita, il Burla è lì, a lottare per quello in cui crede, a difendere la libertà sua e degli altri, contro i poliziotti, contro il mondo, anche contro lo spettro del più tragico degli epiloghi.
Simona Laing, già impegnata per l’Anci nei temi della sicurezza e della legalità in Toscana, lavora all’ospedale pediatrico Meyer, dove si occupa di cooperazione sanitaria internazionale. In questa sua opera prima, un piccolo affresco generazionale allo stesso tempo crudo e romantico, racconta un mondo dove giovani vite si intrecciano nei valori dell’impegno civile e della continua ricerca di cambiamento. (Gherardo Del Lungo).