L’Alighieri cacciatore ed etologo
Toscana Oggi, 15-02-2009, ––
«Ed ecco quasi al comincia dell’erta/una lonza leggiera e presta molto/che di pel macolato era coverta;/e non mi si partia dinanzi al volto,/ anzi ‘mpediva tanto il cammnio,/ch’i’ fui pe rirtornar più volte vòlto». Il primo incontro della Divina Commedia avviene tra Dante e tre animali feroci: nel primo canto dell’Inferno la lonza, il leone e la lupa sbarrano il cammino al poeta respingendolo verso l’oscurità della «selva oscura». Le tre temibili belve rappresentano alcuni peccati capitali, molto probabilmente lussuria, superbia e avarizia. Nel variopinto universo di simboli di cui è ricca la Commedia, molti sono gli elementi appartenenti al mondo animale,
spesso e con evidenza in riferimento alla precisa sfera della caccia, con descrizioni di falconi, segugi e veltri.
Li studia il romagnolo Giorgio Zauli, insegnate di italiano e appassionato cacciatore che, dopo anni di ricerca, pubblica per la Sarnus di Firenze il suo “Animali e cacce nella Divina Commedia. Dante falconiere ed etologo”. (pagine 144, euro 15). Il testo approfondisce anche con qualche illustrazione un aspetto poco conosciuto del divino poema, letto e studiato in tutto il mondo, e si sofferma sugli animali descritti da Dante nel corso delle tre cantiche, trattandone la concezione nella storia e spiegando anche attraverso riferimenti storici, significati e connotazioni di ogni singola specie. Zauli pone l’
accento sulle descrizioni particolarmente realistiche tratteggiate da Dante, sicuramente pratico di arte venatoria, specialmente quando so tratta di falconeria. Il risultato è una specie di «divino bestiario», completo di rimandi e riferimenti che propongono una lettura originale e curiosa del poema dantesco in un’ottica nuova e interessante. È evidente che il sommo poeta fu cacciatore ed etologo e ciò non dovrebbe stupirci perché questo è avvenuto per secoli e millenni per quanti hanno praticato la caccia per necessità o per passione; stupisce invece che tra gli innumerevoli studiosi della Commedia pochi abbiano intuito il ruolo di etologo-naturalista e nessuno quello di cacciatore.