Coluccio Salutati e Firenze. Ideologia e formazione dello Stato
Mediaeval Sophia, 01-07-2010, Vincenzo M. Corseri
Questo libro raccoglie i testi di un’importante mostra – curata magistralmente da due insigni storici dell’Umanesimo italiano, Roberto Cardini e Paolo Viti –, dal titolo Coluccio Salutati e Firenze. Ideologia e formazione dello Stato, che si è tenuta presso l’Archivio di Stato di Firenze (9 dicembre 2008 - 14 marzo 2009), su iniziativa del Comitato Nazionale per le celebrazioni del VI centenario della morte di Coluccio Salutati (1406-2006), presieduto da Massimo Miglio. L’iniziativa è stata inserita in un più ampio percorso sulla matrice umanistica dell’Europa moderna – impostato dal Centro di Studi sul Classicismo e dalla Scuola Internazionale di Dottorato in Civiltà dell’Umanesimo e del Rinascimento dell’Università di Firenze – che comprendeva anche un Convegno di studi sull’ambiente fiorentino (cui è stato dato il titolo più generale di Le radici umanistiche dell’Europa) in cui Salutati operò, in qualità di cancelliere della Repubblica di Firenze, per circa un trentennio (1375-1406).
Quello del cancellierato di Salutati è stato, come rilevano i curatori nel saggio introduttivo al catalogo, «un periodo cruciale nello sviluppo della vita e della storia di Firenze in un momento in cui la città e i suoi abitanti si proiettano verso nuove esperienze politiche, istituzionali e culturali che portano alla formazione di un’entità regionale più moderna, anticipatrice di altre e ancora più decisive realtà statuali» (p. XXI). Egli fu, in primo luogo, un esponente di rilievo della cultura del suo tempo; anzi, a partire dalla morte del Petrarca (1374), ne divenne il capo riconosciuto, facendosi latore del passaggio dalle forme innovative di studio elaborate da messer Francesco alla loro successiva propaga
zione come nuova e autonoma letteratura umanistica. Eugenio Garin ebbe a coniare per Salutati un’immagine di straordinaria efficacia quando scrisse che nell’espletamento del lavoro di cancelleria e nella passione intellettuale l’umanista «è lì a consigliare, a persuadere, a scrivere migliaia di missive, le cui minute spesso autografe in dodici registri dell’Archivio fiorentino so no un documento commovente di stile, di sapienza politica, di umanità […]. La sera, a casa, Salutati scriveva le lettere private: quel suo grande epistolario che regge il confronto con quello del Petrarca; ma la separazione fra lettere private e epistole ufficiali, e fra epistole e trattati non è possibile» (cfr. E. Garin, in R. Cardini - P. Viti [a cura di], I cancellieri aretini della Repubblica di Firenze, Firenze 2003, p. 3).
Pensiero e vita politica, in Salutati, sono un tutt’uno. La sua attività – simbiotica – di cancelliere e umanista può essere anche dimostrata esaminando quelli che de facto sono i suoi capolavori letterari: l’epistolario privato e il carteggio pubblico. Scrive ancora Garin in un’altra celebre pagina dedicata al grande cancelliere fiorentino: «Ogni pagina del Salutati è traversata da questa esigenza di un filosofare che sia scuola di vita, meditazione seria e profonda di problemi di vita» (cfr. L’umanesimo italiano, Roma-Bari 19942, p. 37). E aggiungiamo noi, insieme ai curatori del volume, «nella sua quotidiana produzione epistolare c’è un continuo interscambio di idee, di concetti, di riflessioni che dimostrano la sua capacità di affrontare i problemi più diversi […], con una dimensione aperta e disponibile a confrontarsi con le figure più significative del suo tempo, in un mai interrotto colloquio che si
estende ad ogni angolo dell’Italia e dell’Europa» (p. XVIII).
Il catalogo si articola in undici sezioni – ognuna delle quali è costituita da un saggio a cui fanno seguito diverse, rigorosissime schede redatte da una équipe di validissimi studiosi – e comprende gli interventi di Vanna Arrighi, La Valdinievole al tempo di Coluccio Salutati (pp. 3-5); Paola Benigni, I principali organi della direzione politica nell’età di Coluccio Salutati (pp. 21-26); Ilaria Marcelli, I protagonisti della lotta politica (pp. 37-38); Vanna Arrighi, La cancelleria fiorentina al tempo di Coluccio Salutati (pp. 55-59); Raffaella Maria Zaccaria, Coluccio Salutati cancelliere delle Tratte (pp. 67-70); Franek Sznura, La guerra tra Firenze e papa Gregorio XI (pp. 89-92); Laura De Angelis, I Ciompi (pp. 103-104); Lorenzo Tanzini, L’espansionismo in Toscana (pp. 117-120); Andrea Barlucchi, La guerra tra Firenze e Gian Galeazzo Visconti (pp. 137-139); Paolo Viti, La «Florentina Libertas» e l’ideologia antitirannica (pp. 151-157); Nicoletta Baldini, Coluccio Salutati dalla Valdinievole a Firenze. Per un itinerario artistico (pp. 215-217).
L’apparato fotografico è decisamente ricco e include preziosi documenti autografi, atti notarili, diplomi, codici miniati, carte topografiche, ritratti, ecc.; immagini provenienti, quasi per intero, dall’Archivio di Stato di Firenze e dalla Biblioteca Medicea Laurenziana. Sono documenti, questi, che danno prova dell’umana operosità, della passione e dell’impegno nella “costruzione della città terrena, nella società” che Coluccio fu solito testimoniare nella sua fede per la florentina libertas; una vocazione alla vita activa e alla tutela del bene comune che, insieme alla patria e agli amici, fu per lui la cosa in terra più dolce.