Da Doni un grande inno alla vita
Il Giornale della Toscana, 17-01-2009, Cristina Manetti
Una bella occasione di cultura cattolica. Questa è stata per Monsignor Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze, e per tutti i presenti il convegno promosso ieri dalla comunità di San Leolino alla Gonzaga University di Firenze per festeggiare i novant’anni di Rodolfo Doni – con le parole usate dall’Arcivescovo – «il letterato cattolico per eccellenza del Novecento». Nella sala gremita di persone in prima fila lo stesso arcivescovo e, seduto accanto, il presidente della Provincia Matteo Renzi. Al confronto, guidato da Don Alessandro Andreini hanno poi partecipato anche Vincenzo Arnone, Andrea Guaiti, Carmelo Mezzasalma, Luca Nannipieri e Franco Zangrilli. Renzi nel prendere la parola ha riconosciuto in Doni «una delle voci più alte della narrativa del Novecento e di questo inizio millennio. Da Doni viene un grande messaggio di pace e di speranza», perché proprio allo scrittore pistoiese di nascita e fiorentino d’adozione, va riconosciuto il grande merito di essere riemerso dalle ferite con «un grande inno alla vita, un canto declinato in tutte le sue opere di scrittore». Sono state le parole del Monsignor Betori ad introdurre gli interventi successivi. «Seguo da sempre la ricerca letteraria di Doni – ha spiegato l’Arcivescovo – e gli faccio un vi
vissimo augurio per i novant’anni». Betori ha poi sottolineato l’importanza della «testimonianza letteraria di Doni», ricordando ancora il valore prima che religioso letterario appunto, di testi sacri come la Bibbia, che «è in primo luogo grande letteratura». Due i punti da sottolineare per l’arcivescovo: «In primo luogo, credo che la testimonianza letteraria di Rodolfo Doni-scrittore cristiano che ha sempre intrecciato la sua esperienza di fede con la sua ricerca letteraria – sia un forte richiamo a considerare il valore della letteratura per l’esperienza della vita umana e, in modo particolare, della fede cristiana. I Vescovi riuniti in sinodo nello scorso ottobre a Roma per riflettere sulla parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa hanno voluto ricordare con parole molto belle, nel messaggio  finale, il legame fecondo che esiste tra creatività artistica e racconto biblico. È raccontando storie, infatti, e confrontandosi con esse che l’essere umano cresce nella comprensione di sé e del mondo». Monsignor Betori ha poi sottolineato come il volume di Doni che ieri è stato presentato nella nuova edizione, il commovente dialogo con il figlio Lorenzo, «contiene una singolare confessione dell’autore, che ricorda come abbia s
celto il suo nome d’arte proprio pensando al valore di servizio e di “dono” che la letteratura ha e deve sempre avere se intende essere vera esperienza artistica». L’attenzione dell’Arcivescovo si è poi rivolta oltreoceano: «In secondo luogo, a noi stasera è data l’occasione per sottolineare il ponte che idealmente unisce Firenze con gli Stati Uniti. Non è infatti un caso che alcuni dei maggiori studiosi di Rodolfo Doni vivano e lavorino in università americane. Così come non è un caso che il Convegno si svolga in questa Università, diretta dai padri Gesuiti, che è una delle più solide e durature realtà universitarie americane nella nostra città, che di luoghi accademici ne conta più di trenta. Da qui , il nostro pensiero va anche ai più di 5000 giovani americani stabilmente presenti a Firenze: una realtà che chiede di essere tenuta presente non solo a livello civile e culturale, ma anche pastorale. E potranno essere proprio la parola, l’arte e la bellezza il veicolo di questa attenzione, facendo sempre più di Firenze una città accogliente e aperta al dialogo tra le culture e le tradizioni». Al termine proprio Rodolfo Doni ha letto una «Testimonianza» in forma di conclusione.