Storie della provincia italiana narrate sotto i portici
Il Giornale, 12-01-2009, ––
In letteratura, l’evocazione del «Caffè» è di norma intesa come riferimento al Caffè letterario, sorta di club elitario dove usavano ritrovarsi artisti e scrittori. Esiste però anche un altro «Caffè»: quello della quotidianità, in particolare quello della provincia italiana di una volta. Nel nuovo saggio La musa sotto i portici. Caffè e provincia nella narrativa di Piero Chiara e Lucio Mastronardi (Mauro Pagliai
editore, Stefano Giannini analizza le opere di Piero Chiara (1913-1986) e Lucio Mastronardi (1930-1979) partendo proprio dall’esame di un topos della cultura novecentesca italiana: il caffè. Quel caffè, così centrale nei loro scritti, è per Chiara e Mastronardi zona franca, spazio di crescita democratica e palestra retorica in cui gli avventori hanno la possibilità e tentano di guadagnare preminenza e rispetto, contando sulla loro volontà e
intelligenza. Protagonista dei romanzi e racconti di Chiara e Mastronardi, il caffè diventa mezzo privilegiato per entrare nelle officine letterarie dei due scrittori. Nell’esame delle loro opere, altri autori entrano in gioco come modelli e interlocutori letterari, soprattutto Pirandello e Moravia. Altri scrittori con gradi e forme di interesse diversi per il caffè (Sereni, Slataper, Delfini, Brancati e Blanciardi) sono ricordati in relazione ai due autori studiati.