Il grande pennello dell’Accademia
Toscana Qui, 01-11-2008, ––
Nel densissimo programma “Firenze per Fattori”, l’Accademia di Belle Arti – dove il pittore studiò, insegnò (pionieristicamente al corso femminile) e dove cento anni fa morì – ripropone la storia dell’artista e di se stessa in una serie di suggestive e illuminanti ricostruzioni Le donne e i giovani studenti hanno un ruolo particolare in questi “Luoghi di Fattori” ricostruiti presso l’Accademia di Firenze. Così come, in questo “tutto Fattori” che dal giugno scorso ha invaso Firenze con mostre, convegni e restauri, l’Accademia gioca un ruolo assolu
tamente eccezionale.L’Istituto fiorentino è infatti il luogo prima della formazione del giovane Fattori, poi della vita intera di lui, artista e insegnante al medesimo tempo; ed è infine il luogo della morte: cento anni fa, il 30 agosto 1908, in una stanza al secondo piano, che era un po’ casa sua dopo la morte della terza moglie e la depressione che ne era seguita.Un insieme di ragioni che hanno portato, nel ricchissimo panorama di queste celebrazioni, non tanto a una mostra quanto alla ricostruzione di una situazione. Nel quale le donne, con tutte le difficoltà per essere ammesse in una Accademia, e gli studenti tu
tti, sui quali Fattori riversò attenzioni enormi, costituiscono un capitolo affatto secondario. [...]Adesso, attraverso due mostre, una storica e un’altra degli studenti d’oggi che in modi diversissimi si rapportano a Fattori, suggestive ricostruzioni di ambienti (l’aula di Fattori), documenti (i disegni delle “signorine” ritoccati da Fattori), testimonianze e aperture di nuovi spazi espositivi, l’Accademia ripropone le storie di questi luoghi. E insieme la propria attualità attraverso il nodo cruciale dell’insegnare arte. Che è, per l’artista, un modo di fare arte.Gianni Pozzi