Firenze nelle fotografie dell’animo di Franco Bellato: un viaggio in bianco e nero durato più di 50 anni
Aise, 18-11-2008, ––
FIRENZE aise - Specialista in malattie nervose, psicologo medico e psicoterapeuta, oltre alla professione Franco Bellato si dedica da decenni alla storia dell’arte e del paesaggio, avvalendosi della fotografia quale mezzo di interpretazione. Le edizioni Polistampa pubblicano oggi il suo poetico e malinconico volume "Firenze della memoria" (pp.156, euro 26) in cui, attraverso più di 120 foto a tutta pagina scattate nell’arco di 50 anni, emerge limpido il legame dell’autore col capoluogo toscano.
"Firenze ha rappresentato uno dei due luoghi che hanno strutturato la mia personalità e conseguentemente la mia vita", afferma Bellato. L’altro è la Versilia, sua terra natale. Un libro evocativo pure d
i una certa nostalgia, dedicato alla memoria di un tempo che rimane scolpito nella mente dell’autore: "in quegli anni era ancora possibile passeggiare per la città tranquillamente e spostarsi in bicicletta nel Centro Storico e lungo i viali".
Eloquenti le considerazioni di Antonio Paolucci contenute nella presentazione al volume: "un libro fotografico, rigorosamente in bianco e nero, minimalista nei mezzi espressivi quanto intenso e profondo nei sentimenti e nei pensieri che lo attraversano. Sfilano le immagini note della città: chiese e palazzi, ponti, strade, piazze, lungarni. Si tratta di edifici e di scenari fermi nel tempo sospeso, deserti di mezzi e di persone. Non ci sono effetti speciali né inediti scorci. Qu
este non sono "foto d’arte" nel significato usuale del termine. Non hanno bisogno di didascalie esplicative né di particolari commenti", continua Paolucci. "Bastano, a far capire lo spirito che anima l’opera, alcune sommesse oblique presenze di poeti moderni: Betocchi, Luzi, Cardarelli, Penna. Perché queste, prima di essere fotografie di edifici, di piazze e di strade, sono fotografie dell’animo, nel senso che intendono restituire i sentimenti, le emozioni, i ricordi di una persona che questa città ha abitato e amato. La storia sentimentale, intellettuale, professionale di un uomo non più giovane ritorna alla città conosciuta e abitata in tempi diversi della vita". (r.c.aise)