Ritratto di Pontormo, un genio «ghiribizzoso»
Il Corriere della Sera, 13-01-2009, Wanda Lattes Nirenstein
La tentazione di parlare soltanto, o soprattutto, dei meravigliosi dipinti che del Pontormo ci sono arrivati, deve essere stata grande. Basta pensare al suo «Compianto su Cristo» nella Chiesa di Santa Felicita, o al suo «Ritratto di Cosimo» vestito da Alabardiere, per evocare un disegnatore, un creatore di colori e ombre davvero senza paragoni. L’autrice è però riuscita a contenere lo slancio monografico e l’amore per il prolifico, originalissimo artista quel tanto che
le ha permesso di suscitare, proprio attraverso il ritratto di Pontormo, l’immagine composita di uno dei periodo più importanti della storia di Firenze, ma anche dell’arte e dell’Europa.
E così, sullo sfondo delle vicende dell’agitato genio, piombato diciottenne e povero della provincia nella città degli artisti, si prospetta tutto un mondo di bravura e rivalità, di tecniche e guadagno contesi, di creatività tormentosa, di omosessualità prepotente
e nascosta. La Firenze, insomma, in cui – tra il 1513 e il 1557 – lottano repubblicani e Medici; si confrontano Leonardo, Michelangelo, Raffaello; scoppiano pestilenze, congiure, assassini mentre si delineano bellezze epocali. Il volume di Maurizia Tazartes viene presentato giovedì, 15 gennaio, alla Biblioteca degli Uffizi dalla Soprintendente per il patrimonio artistico di Firenze, Cristina Acidini, e dall’ordinario di letteratura italiana all’Università di Pisa, Marcello Ciccuto.