Il sogno rivoluzionario che cambiò le sinistre
Il Corriere della Sera, 29-09-2008, Antonio Carioti
Nel Risorgimento il «decennio di preparazione» va dal 1849 al 1859, fra le prime due guerre d’ indipendenza. Ma secondo lo storico Danilo Breschi c’ è stato qualcosa di simile anche per il Sessantotto. Il suo libro Sognando la rivoluzione individua, dopo il 1956, due opposti tentativi della sinistra di uscire dalla crisi dello stalinismo: quello riformista, che porta al centrosinistra, e quello rivoluzionario, che esalta il potenziale spontaneo di lotta della classe operaia. Sul secondo terreno si
sviluppa l’ elaborazione del socialista eretico Raniero Panzieri e dei suoi Quaderni Rossi, poi raccolta da figure come Mario Tronti, Adriano Sofri, Toni Negri. L’ antica cultura sovversiva trova dunque nuova linfa, anche sulla scia dei duri scontri di piazza a Genova nel 1960 e a Torino nel 1962, mentre si comincia a parlare di «operai e studenti uniti nella lotta». Tronti, sulla rivista Classe Operaia, lancia lo slogan «Lenin in Inghilterra», nella convinzione che la rivoluzione sia divenu
ta possibile anche nei Paesi più progrediti. La contestazione, osserva Breschi, dà poi un enorme slancio a questi fermenti, costringendo il Pci, timoroso di perdere il monopolio dell’ opposizione antisistema, a dialogare con l’ area estremista, fino ad adottarne in parte il linguaggio. Così, secondo l’ autore, si spiegano la profondità e la durata del Sessantotto italiano, che è collegato a un fenomeno internazionale, ma si prolunga ben oltre le esperienze di altri Paesi.