Come sopravvivere in città
Toscana Qui, 01-11-2008, Giorgio Batini
Andrea Innocenti affronta bravamente il paradosso, e spiega con molto spirito come si può sopravvivere in città, proprio come certi manuali scritti per chi si azzarda ad avventurarsi nella giungla amazzonica, nei ghiacci polari, nelle savane dell’Africa, o tra gli tzunami [sic] dell’Oceano. Ma oggi, dice Innocenti – giornalista, fotografo, gran viaggiatore al cospetto di Dio – il Tibet &e
grave; cosparso di lattine, in Amazonia si può fare l’autostop, l’oceano è pieno di navigatori solitari, e quindi l’angolo selvaggio dove ci si può perdere, o sentirsi in pericolo e disperatamente soli, è la città. Perfino orizzontarsi è difficile. Gli alberi non hanno i muschi dalla parte del nord, i muschi sono sotto le terrazze ed è difficile immaginare il
nord sotto i piedi. L’ambiente urbano ha la stessa struttura di una giungla ma non ne ha i vantaggi. I lampioni sono duri come alberi ma non producono frutti né ombra, non ci sono antilopi ma vecchiette, i predatori non si muovono su zampe ma su ruote. È proprio un viaggio nel paradosso. Insomma andare in città è da incoscienti, viverci è da eroi, sopravvivere è da fenomeni.