I maestri della luce in Toscana
Artelab, 26-08-2008, ––
Otto eccellenti pittori toscani dell’Ottocento e del Novecento, da Renato Natali a Ulvi Liegi, da Gino Romiti a Giovanni Bartolena, da Plinio Nomellini a Cafiero Filippelli e Oscar Ghiglia, per finire con Giovanni Fattori. Sono loro i protagonisti della collana «I maestri della luce in Toscana», diretta per le edizioni Mauro Pagliai dagli storici dell’arte Dario Matteoni e Francesca Cagianelli e concentrata sull’area artistica dei post-macchiaioli.Otto monografie d’arte realizzate da specialisti del settoreGli otto volumi sono firmati da specialisti come Stefano Fugazza, Emanuela Angiuli, Nicoletta Colombo e colmano una lacuna bibliografica annosa restituendo al grande pubblico artisti finora esplorati solo marginalmente come Filippelli, Liegi o Romiti ma anche figure ormai consacrate e note a tutti quali Fattori, Nomellini o Natali. Ciascuna di queste approfondite monografie d’arte - dal formato maneggevole e dall’economico prezzo di 12 euro - racchiude un testo critico e illustrativo de
lla vita dell’artista e le riproduzioni a colori di un’ampia selezione delle opere.Libri da leggere d’un fiato, con saggi di facile lettura e ricchi corredi iconograficiDopo la capillare diffusione dei primi quattro volumi sui maestri labronici, già dal mese di luglio si sono resi disponibili in libreria anche i successivi quattro: Nomellini, Filippelli, Ghiglia e Fattori.
Grazie alla sua essenza divulgativa, con saggi di facile lettura e corredi iconografici ricchi e originali, ciascuna di queste opere permetterà di apprezzare un grande maestro facendosi leggere tutta d’un fiato.Il volume di Stefano Fugazza dedicato a Giovanni Fattori“Giovanni Fattori - Il vero tra forma, linguaggio e sentimento”, di Stefano Fugazza, è il titolo dell’ottavo volume della collana «I maestri della luce in Toscana» edito da Mauro Pagliai.
Giovanni Fattori (1825-1908) è considerato, a fianco di Silvestro Lega e Telemaco Signorini, il più importante esponente
dei Macchiaioli e insieme uno dei più significativi pittori dell’Ottocento italiano. Documentò da un lato la realtà storica attorno a lui, in particolar modo le battaglie, dall’altro seppe registrare la bellezza della natura e la fatica del lavoro nelle campagne.
Fu anche ritrattista fine nell’analisi psicologica dei soggetti, che troviamo sempre caratterizzati nei tratti dei volti come nelle posture dei corpi. Eccellente nella grafica, specialmente nell’acquaforte, che piegò a una sua maniera personale fatta di brevi segni che dialogano fino a formare figure, paesaggi, luci e ombre. Riguardo al suo modo di intendere la pittura scrisse: «Ho amato l’arte, e l’amo ardentemente tutt’ora. Credo fermamente che l’arte non abbia bisogno di pedanterie, ma di mezzi molto semplici in tutte le materie che devono servire a riprodurre, sia sulle tele, tavole ecc. – tavolozza semplice, pochi colori: inutili i tanti che fanno il lusso dei dilettanti».