George Tatge - Presenze, paesaggi italiani
Il Domenicale, 23-08-2008, Matteo Tosi
Se la mostra aostana raccontata qui accanto parla di terre e di Terra, dei suoi significati e di suoi valori, quella fiorentina dedicata all’opera di George Tatge – fotografo turco di nascita, ma italo-americano di famiglia e origini – ne è un perfetto contraltare. Perché la natura e il paesaggio sono pressoché gli unici protagonisti di questi scatti tutti rigorosamente in bianco e nero, ma le Presenze del titolo sono senza ombra di dubbio que
lle dell’uomo e della sua opera. Interventi anche turbativi della precedente armonia, a volte ma sempre perfettamente inglobati nello scenario circostante, per analogia o per contrasto che sia. Perché quello di Tatge è un obiettivo all’antica, esteta puro e narratore attento. La mostra infatti si divide in tre grandi sezioni che si susseguono secondo un preciso andamento tematico, una progressione dalla purezza alla contaminazione, dal predomino della cult
ura selvaggia e incontaminata alla compresenza di natura e artefatto, dall’assenza della presenza dell’uomo attraverso i suoi segni.
Lirismo, ironia e drammaticità si alternano o si fondono insieme, come plasmati dallo sguardo del fotografo e dal suo sentire, qui profondamente affascinati da un inedito Grand Tour italiano, lontano dalle vestigia dell’antichità, ma infinitamente classico, proprio grazie alla padronanza tecnica del suo autore.