L’«Amaritudine» di Griffo in finale al Premio Roma
Il Giornale della Toscana, 18-06-2008, ––
“Poderoso, impegnativo ma leggibile”. Così Sergio Campailla, presidente della Giuria del Premio Roma, ha definito il romanzo di Massimo Griffo Amaritudine (Selezione Narrativa Polistampa). Le 392 pagine del libro hanno convinto i giurati della nona edizione e ora Griffo è ammesso nella cinquina finalista per la narrativa italiana, segnalato durante la conferenza stampa svoltasi a villa Sciarra martedì scorso e presieduta da Aldo Milesi. Il romanzo, ambientato princip
almente a Roma, esamina la società italiana attraverso una cinquantina di anni della nostra storia, dal 1944 al 1993: personaggi esemplari, nel bene e nel male, in parte d’invenzione e in parte tratti dalla realtà. Si racconta specialmente il disagio degli italiani leali immersi in un contesto sempre più spregiudicato e corrotto. Nato a Palermo, Griffo ha vissuto a Roma, Milano e Firenze. Dirigente d’industria, antiquario, per oltre vent’anni giornalista, &ldqu
o;egli è già conosciuto – ha ricordato lo stesso Sergio Campailla durante la conferenza – per essersi aggiudicato altri importanti premi letterari”. Ha pubblicato con successo romanzi come Futuro anteriore (Viareggio opera prima), L’Orango pitagorico (Dessì), Fiaba perversa, Il balilla col cappotto e alcuni saggi storici.
In libreria da marzo, il romanzo è stato recentemente presentato alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.