Uomini del Padule
Erba d’Arno, 01-06-2005, Giorgio Mugnaini
Il volume si può dividere in due parti. La prima comprende due saggi storici di Alberto Malvolti (Nel Padule uomini e acque nel Medioevo) e di Andrea Zagli (Aspetti storici del lavoro nell’ambiente umido fra età moderna e contemporanea). Preciso e sintetico quello di Malvolti, più ampio quello di Zagli, anche perché accompagnato da una lunga appendice di una quarantina di pagine. La seconda parte, curata da Alessandra e Claudia Lucci e da Simona Vescovi (Voci e ricordi del Padule), ricostruisce “a memoria d’uomo” alcuni degli aspetti della vita quotidiana e del lavoro in Padule, per il periodo
degli anni intorno alla Seconda Guerra Mondiale, utilizzando le testimonianze di persone che hanno vissuto e vivono nel Padule. È questa la parte più consistente del libro ed anche la più viva, elaborata dalle tre autrici con una scelta che riteniamo molto indovinata ed efficace: dividere la loro ricerca in una quindicina di capitoli nei quali la descrizione dei vari aspetti della vita quotidiana (famiglia, lavoro, ambiente, rapporti, attività, tradizioni) è accompagnata da stralci delle interviste fatte ai protagonisti del racconto, quelli cioè che questa esperienza hanno vissuto. La terza parte del
libro raccoglie due interventi di Claudio Rosati (Il Padule che pensa noi) (sic!) e di Riccardo Cardellicchio (Una passione senza se e senza ma), seguiti da una breve nota finale del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di fucecchio (Due proposte per conoscere la storia, le tradizioni e la natura del Padule di Fucecchio).
A parte la nostra arbitraria suddivisione in tre parti del libro, il risultato finale del libro è un insieme armonico che ha, come rettamente indica il titolo, due protagonisti; il Padule e le persone che in quell’ambiente trascorsero e trascorrono la vita.