La spiaggia di Talani divide la città
Il Corriere fiorentino, 08-03-2008, Giada Primavera
L’installazione provocatoria dell’artista all’ombra di Palazzo VecchioÈ durato meno di un giorno il mare d’inverno di Giampaolo Talani. Quindici ore in tutto durante le quali Piazza della Signoria è stata trasformata in uno stabilimento balneare. Così l’aveva pensata l’artista provocatorio e stravagante. Così l’hanno «arredata», ieri mattina poco prima dell’alba, cinque allestitori. Di nascosto, in sordina, sono arrivati nel cuore della città e hanno montato, proprio in piazza, 52 ombrelloni a righe blu e bianche. Li hanno disposti a raggiera per comporre l’ultima installazione dell’artista. «La Rosa dei venti: guarda la rosa e il vento che la porta via», il titolo. Voleva essere una provocazione ed è stata ideata dallo stesso Talani per introdurre visitatori e curiosi alla sua mostra che da ieri è visibile nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio. È composta da 55 opere, questa raccolta di dipinti e racconta, in un percorso antologico e diacronico, la poetica dell’artista di quando era ancora un bagnino: il suo amore per le donne, la nostalgia per la spiaggia livornese di fronte alla qual
e è cresciuto, l’invidia per la vita ribelle dei marinai. L’allestimento interno, curato da Paolo Nocentini, parla d’accoglienza del cuore ed usa il linguaggio delle piccole cose che da dentro rimbalza sul pavet della piazza e sugli ombrelloni montati a raggiera. Fuori il colpo d’occhio finale dell’installazione è curioso e agita i fiorentini che di buon mattino reagiscono in maniera diversa. Mentre s’illumina il Rivoire, Marco commenta: «Bisogna essere esperti per dare un giudizio assennato, mi sembra un’iniziativa fin troppo originale, poco comprensibile». In piazza tira un vento forte a 14 nodi. Il primo ombrellone vola via. Trascinandosi dal loggiato degli Uffizi, un barrocciaio commenta: «Anche se non ho tempo per l’arte, queste cose mi piacciono, peccato che non le capisco tanto». Come a darsi il cambio, due ciclisti si incrociano sulla piazza: uno, senza neanche fermarsi, esclama: «È imbarazzante»; l’altro rallentando commenta: «Non mi piace per nulla». E riparte. Righe blu, rasta e piercing, due ragazzi spagnoli dicono: «Molto bueno. En la Spagna non està una cosa asì, ma perché
non està piazza della Signorina». Il giornalaio della piazza scuote la testa e aggiunge: «Non ci sono parole per questa cosa, non hanno concesso la piazza per cose ben più interessanti». Lo contraddice un ragazzo calabrese che invece si lascia prendere dall’entusiasmo e dice «questi ombrelloni a Firenze ci stanno proprio bene. Se la mostra è gratuita, vorrei proprio visitarla». Dall’altra parte un fiorentino consola gli allestitori, e li prepara a reazioni sgradevoli «per Firenze», dice «è una cosa poco digeribile. Sono sicuro che molti bempensanti storceranno il naso, ma posso assicurarvi che a me piace». Il più soddisfatto, però, è l’assessore allo Sport, Eugenio Giani: «Questa piazza trasformata per un giorno in una spiaggia è finalmente il segno di un’apertura mentale, attitudinale ma anche burocratica di Firenze al contemporaneo». Quando l’effetto sorpresa rientra finalmente, qualcuno si accorge che il lavoro di Talani non si conclude qui. Nel Loggiato degli Uffizi c’è una statua di ferro che era passata inosservata. Nella Galleria Mirabili una raccolta di mobili.