Sos ai viareggini «Tornate ad amare il vostro Premio»
Il Tirreno, 24-02-2008, David Fiesoli
In un libro tutte le polemiche tenute nascoste per 40 anniGabriella Sobrino si commuove parlandone: il premio Viareggio è quaranta anni della sua vita. Eppure, nel suo libro scritto insieme a Francesca Romana De Angelis, la segretaria del premio si ferma al 2004, quando fu eletto presidente Enzo Siciliano e lei se ne andò, sostituita alla segreteria da Alba Donati.Lei dice si dimise spontaneamente, che Siciliano le chiese di restare come membro della giuria per un anno, per aiutarlo a raccogliere la pesante eredità di Garboli e a traghettare il Viareggio verso una nuova era, e lei accettò solo a patto, un anno dopo, di andarsene. Ma quando scoprì di essere molto malato, Enzo Siciliano pare si raccomandasse di nuovo alla Sobrino: resta. Lei rispose di no, e confermò le sue dimissioni.I maligni la raccontano diversamente: Siciliano aveva la sua corte da imporre. Corte che poi si è dimessa in massa dopo la più che turbolenta edizione d
ello scorso anno sotto la presidenza di Rosanna Bettarini. Che, pare già la prossima settimana, potrebbe annunciare la composizione della nuova giuria, e anche la nuova segretaria del premio. Ma Gabriella Sobrino lancia ai viareggini un accorato appello: attenti, il premio letterario più prestigioso d’Italia è in pericolo.“Spero – ha dichiarato – che il Viareggio riprenda il suo corso, è un momento molto critico per i premi letterari: non va bene lo Strega, zoppica il Campiello, e il Viareggio deve tornare ad essere il faro della cultura italiana. Perché questo avvenga, perché il premio recuperi lo sprint che ha perso, bisogna che intervengano i viareggini con la loro curiosità, che riprendano a sentirlo proprio, come quando i ragazzi andavano a caccia dell’autografo degli scrittori o prendevano il gelato con i giurati. Oggi non accade più. I viareggini non amano più il loro premio – conclu
de la Sobrino – E del resto il premio deve saper conquistare il suo pubblico, come sapevano fare Rèpaci, Sapegno e Garboli”.Ma allora, viene da chiedersi, se il Viareggio è in pericolo è colpa dei viareggini o di chi porta avanti il premio?
Risponde con chiarezza Cristina Boncompagni, l’assessore alla cultura di Viareggio: “Non c’entrano né presidenti, né giurie né viareggini: viviamo in un’epoca di grande declino culturale”, dice, ma poi aggiunge: “Non c’è bisogno di feste danzanti e di autografi e gelati con gli scrittori per risollevare il premio, ma di incontri nelle scuole, che ci sono stati e hanno sempre avuto successo, e soprattutto di grandi personaggi e grandi libri. Garboli è il mio presidente di elezione. Con lui il Viareggio ha sempre avuto l’eco che meritava. Se il presidente e i giurati sono di grande qualità, il Viareggio decolla eccome”.