E Ungaretti a Montale: non capisci di poesia
QN, 24-02-2008, ––
Qui di seguito uno stralcio tratto dal libro «Storie del Premio Viareggio» di Gabriella Sobrino Dei soggiorni viareggini Ungaretti amava il “divino caciucco”, come lo chiamava, e soprattutto la splendida voce di Mina che cantava alla Bussola, a quel tempo uno dei più celebri ritrovi versiliesi. Una sera, dopo averlo riconosciuto, Mina era scesa in platea, lo aveva abbracciato e si era se
duta accanto a lui pregandolo di recitare dei versi. Rosso di piacere Ungaretti aveva acconsentito subito e, quando Mina era risalita sul palco per riprendere a cantare, si era voltato trionfante verso di noi dicendo: «Chissà quando lo saprà Montale!». Neanche in quell’occasione aveva dimenticato il poeta-rivale. Tanto era sanguigno, passionale, facile all’ira Ungaretti, tanto Montale
era discreto, taciturno, distante. E nessuno dei due riusciva a celare il fastidio che provava per l’altro. Nelle riunioni il commento preferito di Ungaretti agli interventi di Montale era: «Certo che non capisce proprio niente di poesia!» e non sempre lo diceva a bassa voce. Montale da parte sua, imperturbabile con il suo sigaro in bocca, non gli rivolgeva mai la parola e non lo degnava di uno sguardo.