La «Legione» di Calasso, gli imbarazzi di Calvino
La Stampa, 07-03-2008, Mario Baudino
Gabriella Sobrino, storica segretaria del premio Viareggio, rievoca da testimone protagonista la lunga storia della manifestazione voluta da Leonida Repaci in un libro – scritto con Francesca Romana de Angelis, appena uscito per Mauro Pagliai editore, Storie del premio Viareggio, appunto. E di storie ce n’è davvero tante. Come quella del turbolento ’68, quando all’improvviso Italo Calvino, già votato come vincitore per Ti con zero, presentato
in concorso con tutti i crismi e anche – sottolinea maliziosamente la Sobrino – con qualche sollecitazione dall’Einaudi, inviò un freddo telegramma di rinuncia «perché non mi sento di continuare ad avallare col mio consenso istituzioni ormai svuotate di significato». L’episodio è celeberrimo, come celeberrime furono le arrabbiature, le reprimende e le parole di fuoco (Goffredo Parise: «Egli (Calvino) dimentica che no
n si può essere una seconda donna. Le prime donne irritano, le seconde sono miserabili»). Meno nota è la spiegazione data qualche anno dopo dallo scrittore proprio all Sobrino, che gliene aveva chiesto i motivi a bruciapelo, senza dargli il tempo di pensarci su. «Fu Giulio Einaudi – rispose – che volle così. Eravamo nel ’68, nel pieno della protesta studentesca, e quel rifiuto fu una sorta di maggio dell’editore».