Libri: il filologo Gualberto Alvino debutta come romanziere. Esce dall’editore fiorentino Polistampa “Là comincia il Messico”
AdnKronos, 26-02-2008, ––
Firenze, 26 feb. - (Adnkronos) - Gualberto Alvino, uno dei piu’ noti filologi italiani e grande studioso di letteratura del Novecento, si spoglia delle vesti di autorevole critico letterario e pubblica un sorprendente e inaspettato romanzo sulla follia, ’’La’ comincia il Messico’’ (Selezione Narrativa Polistampa, pagine 184, euro 9). Definita da Giorgio Barberi Squarotti ’’un’opera di straordinaria originalita’, che ha ridato verita’ al tragico e al Grande Stile’’, scritta con ’’un’indubbia padronanza linguistica’’ come ha detto Ernesto Ferrero nella postfazione, il romanzo e’ la storia di un intellettuale colpito da una delle sindromi psichiatriche piu’
spaventose: la schizofrenia con allucinazioni uditive. La voce narrante e’ la voce stessa della follia, che distrugge gradualmente e senza censura tutti i pilastri su cui poggia la vita del protagonista. Un processo di bestializzazione che diventa lucida metafora dei nostri tempi. Dentro il viaggio introspettivo e allucinato che il protagonista compie, il lettore viene trascinato nei vortici della perdizione e della solitudine, dove niente e’ certo, dove la luce diventa ombra e viceversa. ’’La’ comincia il Messico’’ e’ la frase infatti che pronunciavano i banditi dei film western quando erano vicini al confine, oltre il quale nessuno avrebbe potuto acciuffarli. Nel romanzo di Alvino invece indica il salto, l’orrenda m
etamorfosi che il personaggio si accinge a compiere. Approfondendo in questo modo cosi’ anomalo il percorso di studi sulla lingua degli ’’irregolari’’ della letteratura italiana, da Pizzuto a Bufalino, da Consolo a Sinigaglia, lo scrittore Gualberto Alvino si mette a nudo come pochi cattedratici e professori oserebbero fare. Nessun grande problema e’ risparmiato alla sua mente: la rivolta contro il destino, la ferocia di Dio, l’inettitudine, la malattia, la morte, la disperazione. La’ comincia il Messico e’ un libro scritto appositamente per far discutere e soprattutto per far scontrare - come dice Barberi Squarotti - il suo grande stile con la banalita’ e la poverta’ della letteratura che va oggi di moda.