Amori usa e getta e matrimoni a tempo. Lettera aperta in difesa della coppia
La Nazione, 15-01-2008, Francesca Bianchi
Un cuore ballerino, una precarietà sentimentale che è la cifra dei nostri giorni. Ad appellarsi all’amore, quello con la A maiuscola che significa impegno, costanza, consapevolezza, è un ventinovenne pisano: Luca Nannipieri. Punto di partenza il mondo così com’è. Chiamami ancora amore è un romanzo epistolare che attraversa culture e paesi diversi. La Germania, per esempio, dove sono arrivati al punto di introdurre il matrimonio a tempo - sette anni e poi un arrivederci consensuale- la
Spagna dove mamma e papà vengono chiamati progenitore A e progenitore B. «La famiglia- scrive Nannipieri- ha smesso di chiamarsi famiglia: si chiama progetto parentale fatto tra il coniuge Uno e il coniuge Due». Amori, quindi, usa e getta che quasi non meritano di essere definiti tali. Luca Nannipieri lancia l’allarme: giornalista, critico e scrittore per varie riviste di letteratura questa volta si è cimentato con una lettera-urlo contro il disfacimento della famiglia e contro l’individualismo impe
rante. Quasi una versione al maschile di Lettera ad un bambino mai nato di Oriana Fallaci che diventa allo stesso tempo denuncia, testimonianza e reportage. Chiamami ancora amore è il secondo volume della collana «Le ragioni dell’Occidente» diretta dallo stesso Nannipieri: scritti polemici, saggi e conversazioni per fare luce sulla nostra più intima identità che, come diceva Mario Luzi, si apre si cambiamenti dei tempi rimanendo nel suo nocciolo più profondo essenzialmente sé stessa.